• martedì 15 Ottobre 2024 23:55

Diffusione musicale: diritti connessi chi deve pagare?

In questi giorni in tutte le tabaccherie sta pervenendo via PEC un invito a regolarizzare la propria posizione amministrativa relativa ai “diritti connessi” previsti per la pubblica diffusione di musica d’ambiente. Tale richiesta perviene dal consorzio SCFItalia srl

Tante sono le richieste pervenute alla nostra Associazione per ricevere chiarimenti in merito. Pertanto vediamo di fare chiarezza sull’obbligo del pagamento.

Il Consorzio SCF è una delle società che, in Italia, gestiscono la raccolta e la distribuzione dei compensi, dovuti ad artisti e produttori discografici, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata. Tali compensi erano inglobati nei pagamenti dovuti alla SIAE- Società Autori ed Editori – e dopo una scissione di circa 25 anni orsono essi vengono esclusi dai pagamenti SIAE e in virtù degli articoli 73 e successivi della Legge 633 del 1941 sul Diritto d’Autore sono stati recepiti dal Consorzio SCF e da altre società.

Questa in sintesi la storia, ma vediamo da chi sono dovuti tali diritti.

Tutti coloro che diffondono all’interno dei propri locali pubblici musica con qualsiasi mezzo devono pagare alla SIAE il diritto di “musica d’ambiente” che tutela gli Autori e gli Editori ma deve anche pagare in forma separata i cosiddetti “diritti connessi” cioè quel compenso separato su musica registrata e diffusa con l’utilizzo di qualsiasi mezzo di riproduzione.

Questi diritti sono per lo più convenzionati con le Associazioni di categoria presenti sul territorio nazionale che hanno stipulato convenzioni agevolative per i propri iscritti dei settori pubblici esercizi quali bar, ristoranti, negozi di moda e similari.

Le Rivendite di Generi di Monopolio, in quanto tali, non rientrano tra le categorie obbligate. Diverso il discorso per il gestore di Bar Tabacchi… che di fatto è anche un pubblico esercizio che può diffondere musica per i propri clienti.

Quindi i Colleghi che hanno ricevuto l’invito via PEC e non hanno nessun abbonamento attivo con la SIAE per la diffusione sonora in pubblico non devono assolutamente pagare nulla.

La UIT, alla luce di quanto sopra, invita i propri iscritti, ed i Colleghi tutti, ad inviare una PEC all’indirizzo scfitalia@pec.it, rispondendo anche a quella ricevuta, e per conoscenza a comerciale@scfitalia.it, dichiarando di non avere in atto alcun abbonamento attivo per la diffusione della musica d’ambiente con la SIAE e pertanto non avere alcun obbligo al pagamento dei diritti connessi alla SCF Italia.

Una piccola nota sull’accaduto la UIT intende però farla.

Spulciando tra le Associazioni di Categoria maggiormente rappresentative citate nella missiva inviata via PEC non risulta alcuna rappresentanza dei Tabaccai. Delle due l’una: o i riferimenti sono della Confederazione di emanazione della sigla sindacale relativa o c’è un tacito consenso tra le parti. Ci sembra comunque molto strano che la richiesta sia stata così massiva solo per le Rivendite di Generi di Monopolio.